Ecofondamentalista. Riflessioni di un neo-contadino
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SULLA MENTE

(versione PDF)

La mente vede, capisce, comprende, riflette la realtà, crea delle immagini riflesse della realtà e di queste vive.
Ma non è la realtà e non potrà mai esserlo da sé.
E' la facoltà di vedere la realtà e riconoscerla come tale.
Vede il mondo, le cose e le può conoscere, riconoscere, vederne l'esistenza e di questa esistenza è in qualche modo affascinata e perciò vuole cogliere l'essenza di questa esistenza, l'esistenza dell'esistenza, la realtà della realtà, come se trovandole acquisisse realtà in sé stessa.
E, nella ricerca di un'esistenza oggettiva da trovare e a cui finalmente collegare la propria, la mente divide il mondo in elementi distinguibili e sempre più li divide, li definisce nei loro confini, li delimita nelle loro peculiari caratteristiche e di contenuto in contenuto, di aspetto in aspetto, sempre di nuovi ne trova alla ricerca della vera esistenza, la vera realtà.
E' una ricerca che la nostra mente compie perché, affascinata dal proprio essere lo specchio del mondo, di poterlo vedere e quindi averne in sé le immagini, cerca in sé stessa l'esistenza.
Ma la mente non ha di per sé esistenza.
Solo lei può vedere, può conoscere; il mondo fisico di per sé è cieco, non può conoscere, ma esiste; la mente vede e concepisce l'esistenza, e la va a cercare.
Ma l' “esistenza” non c'è, non come la concepisce la mente.
Perché in realtà non c'è esistenza: c'è solo vita.
E la Vita ha sempre inseparabilmente un aspetto fisico ed uno non fisico.
Se non ci si pensa è una cosa unica, ma se ci pensiamo si manifesta in questi due aspetti: una realtà fisica ed il suo specchio mentale.
Ed è un po' come se lo specchio, a forza di riflettere immagini oggettive e capace di riflettere solo l'essere-immagine, l'essere-oggetto del mondo, volesse trovare l'oggetto dell'essere-oggetto, l'oggettività ovvero l'essere dell'essere, l'esistenza, la realtà, l'essenza, la Verità.
Da questo nascono religioni e filosofie: dal tentativo della mente umana di concepire (nel senso proprio generativo del termine) da sé stessa (il proprio mondo di immagini) l'essere reale.
Ma la facoltà dello specchio di riflettere è priva di realtà intrinseca.
Presa dall'abbaglio di sé stessa, la mente non rinuncerà mai a cercare, anche semmai in forme sottili, di trovare “qualcosa”.
E' per questo che nella meditazione c'è bisogno del corpo e della realtà fisica: perché la realtà vera è mente-corpo e il corpo vive, non cerca l'esistenza, sa di esistere in quanto c'è, si tocca, si sente ed è vivo. Ed è quando la mente e il corpo si riuniscono come un tutt'uno vivente che si apre la vera realtà che è il mondo illuminato, lo specchio che guarda lo specchio, che è già qui, lo è sempre stato e non deve essere andato a cercare da nessuna parte.
Per questo motivo la meditazione è nel corpo, sente profondamente il corpo, e il respiro, che è vita e vive con lui. E, a partire da questo, ciò che veramente fa la meditazione è a livello inconscio e non è qualcosa che produciamo noi.
Per cui, davvero, sulla vera realtà non servono speculazioni filosofiche, tutto ciò che dobbiamo fare è la pratica di zazen con postura e respirazione e coltivare il nostro posto nella Natura.

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